Trattamenti
Il trattamento prosegue per gradi: la terapia iniziale prevede un’adeguata educazione alimentare e dello stile di vita, segue la prescrizione di alcune classi di farmaci, fino ad arrivare alla chirurgia.
La tecnica utilizzata attualmente è la
chirurgia laparoscopica. Con cinque piccole incisioni il chirurgo avvolge il fondo dello stomaco attorno all’esofago a ricreare una barriera efficace tra stomaco ed esofago che permette di deglutire normalmente solidi e liquidi ma impedisce il reflusso dallo stomaco in esofago; nel corso dell’intervento si elimina anche l’ernia dello stomaco e si richiude la porta erniaria.
Nel 30% dei casi in cui l’
esofago è corto in modo definitivo, lo si allunga creando un tubulo con lo stomaco (neo-esofago). Successivamente si eseguono i tempi chirurgici descritti sopra. La diagnosi di esofago corto viene effettuata durante l’intervento con una tecnica endoscopica particolare che permette la misurazione in centimetri del segmento addominale dell’esofago.
La conoscenza approfondita della malattia da reflusso gastro-esofageo, della anatomia e delle caratteristiche cliniche delle
ernie hiatali, la messa a punto di tecniche chirurgiche dedicate per ogni condizione ha permesso a me e al mio gruppo di ottenere a distanza di molti anni dall’intervento risultati positivi in oltre il 90% degli operati, la percentuale più alta di quelle riportate ad oggi nella letteratura internazionale. Questi risultati sono documentati dai
lavori scientifici pubblicati nelle maggiori riviste internazionali di settore.
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